Come abbiamo sempre affermato in numerosi sedi, questo testo è inemendabile e rappresenta un attacco gravissimo all’inclusione, al principio di non discriminazione, alla crescita armoniosa degli alunni/studenti “comunque abili”, e dunque alle loro famiglie, ai lavoratori del comparto scuola e agli operatori specializzati nelle diverse attività di assistenza (alla comunicazione, autonomia, ingiene), necessarie agli alunni/studenti con disabilità.
Il succitato tentativo di ridisegnare l’atto 378 ha prodotto, come era evidente e prevedibile, una mostruosità, priva di anima, nonostante una virata sul registro linguistico, attraverso gli evocativi termini “bambine e bambini” o “alunni e alunne” (che ben lieve effetto sortiscono, perché disgiunti dal ritiro del decreto delegato sull’infanzia, noto come 0-6, o da un’esplicita tutela per gli studenti non frequentanti, che hanno bisogno della scuola ospedaliera e domiciliare, ad esempio).
Per non parlare del girone dantesco nel quale precipiteranno le famiglie e i loro figli, nella speranza di superare più di cinque pareri, commissioni e percorsi labirintici, prima di avere qualche certezza sulla vita scolastica e i servizi irrinunciabili a essa legati.
Continua a permanere: la condizione dei diritti all’esistenza delle risorse disponibili; il GIT, organismo inutile che costerà oltre 13 milioni di euro, tolti alla scuola dell’inclusione; si prevedono i contributi economici alle scuole private, con il rischio delle “scuole speciali”, senza che si abbia il coraggio di dire a quanto ammonteranno queste somme; nel momento più importante per il futuro dei propri figli (i propri angeli) con disabilità, i padri e le madri sono lasciati soli con un esercito di personale sanitario e para-sanitario, nonché qualche rappresentante della scuola adibito a freddo burocrate, che dovranno decidere come “funziona” un bambino/a con disabilità, senza che sia prevista una figura educativa, pedagogica, di sostegno, ecc…; tutto viene deciso da questa “super-commissione” para-sanitaria; nessuno quantifica le ore di sostegno necessarie per ogni singolo bambino/a; si prevedono ben 4 momenti valutativi/accertativi ad opera di differenti gruppi di persone; una montagna di carte e una burocrazia pazzesca che dovrà confluire al GIT, organismo costosissimo. Una follia. Riteniamo gravissima l’accondiscendenza della Fish e della Fand ad un testo mostruoso.
La Rete dei 65 movimenti, oggi in sciopero per il ritiro dei decreti attuativi della Legge 107 del 2015, coerentemente col proprio obiettivo e mandato, fornirà a breve alle famiglie e ai soggetti coinvolti, in via diretta e a mezzo stampa, un vademecum per la lettura di questo “astruso e periglioso testo”.
Qui il comunicato stampa