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Una lettera inviata dai PSP (Partigiani della Scuola Pubblica) al noto portale specializzato ‘Tecnica della Scuola’, denuncia un’altra grave offesa lanciata nei confronti della scuola pubblica italiana.Questa volta sono i docenti di sostegno ad indignarsi per l’informazione falsa e parziale offerta dalla TV di Stato. A salire sul banco degli imputati è la fiction televisiva ‘Tutto può succedere’, in onda da poche settimane su Raiuno: uno dei protagonisti di questa serie TV è un bambino affetto dalla sindrome di Asperger, che, in seguito all’incapacità dei suoi insegnanti, si vede costretto ad abbandonare la scuola pubblica per iscriversi in una scuola privata, ovviamente costosa.

Sostegno, docenti protestano contro la fiction Rai ‘Tutto può succedere’

Nel film, è la stessa dirigente scolastica a consigliare i genitori del bambino ad iscrivere il piccolo in una scuola che la preside ritiene possa essere ‘più adatta’…Da qui la protesta dei PSP e dei docenti di sostegno verso un messaggio che trasmette indubbiamente una buona dose di sfiducia nei confronti del servizio reso dalla scuola pubblica italiana: ‘Non solo ci ferisce la nostra professionalità negata’ affermano indignati gli insegnanti ma soprattutto offre una visione distorta di quanto sta accadendo in Italia.

PSP, docenti sostegno: ‘Messaggio tanto falso quanto pericoloso’

La realtà parla, invece, di scuole paritarie, in cui non esiste l’insegnante di sostegnose non a pagamento e proprio per questo motivo i genitori si devono rivolgere agli istituti statali che, in osservanza della legge 104/92, sono tenuti a garantire il diritto allo studio e a rispettare le pari opportunità. Da qui nasce la lamentela dei docenti, anche perchè risulta inaccettabile che la TV di Stato possa diffondere un messaggio così distorto e dequalificante, che non fa altro che gettare altro fango sulla reputazione della scuola pubblica italiana, tra l’altro privata dal punto di vista economico, di quelle risorse necessarie per far fronte adeguatamente al diritto allo studio dei ragazzi diversamente abili. Che cosa potranno pensare quei genitori che mandano a scuola i loro figli? Vi invitiamo a dire la vostra opinione sull’argomento.

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http://it.blastingnews.com/lavoro/2016/01/scuola-disabilita-e-sostegno-docenti-contro-rai-e-fiction-tv-tutto-puo-succedere-00715895.html

Concorso scuola docenti in attesa della riforma delle nuove classi di concorso che potrebbe giungere questo venerdì o la prossima settimana.

Ad ogni modo, al Ministero si sta lavorando per il varo dei tre bandi (Infanzia-Primaria, Secondaria e Sostegno) entro la fine di gennaio, oltre ai decreti sulle prove, sugli ambiti disciplinari e sui titoli. Ricordiamo che il bando era atteso per la fine di novembre.

Sarebbe confermato, secondo quanto ha raccolto ieri la nostra redazione, la prova di inglese per la primaria. L’esame, infatti, comprenderà anche l’accertamento della conoscenza della lingua inglese e la conoscenza richiesta sarà di livello B2, secondo il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue.

Quest’anno debutterà anche un concorso specifico per il sostegno. Una novità contenuta nella legge 107, La Buona Scuola. Sempre secondo le indiscrezioni racconte ieri, l’esame orale del sostegno potrebbe consistere nello svolgimento di una progttazione didattica individualizzata sulla base delle diverse forme di disabilità.

Per il sostegno sono stati banditi 5.766 posti, una quantità sottostimanta rispetto alle necessità reali e che nei giorni scorsi ha scatenato non poche polemiche.

Un’ultima notizia, sembra sempre più certa l’eliminazione della prova preselettiva per tutti gli ordini e gradi di scuola, sebbene in un primo momento il Ministero fosse deciso ad eliminarla soltanto per il concorso riguardante le secondarie.

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http://www.orizzontescuola.it/news/concorso-scuola-docenti-sostegno-progettazione-diverse-disabilit-esame-primaria-livello-b2-ingl

Instaurare un rapporto di lavoro e gestirne le varie fasi sarà più facile.

​Una ricognizione sistematica delle norme esistenti e delle molteplici tipologie contrattuali, unitamente a una valutazione della coerenza di queste con il tessuto occupazionale e il contesto produttivo, favorirà l’orientarsi delle aziende. Saranno eliminati i contratti scarsamente diffusi o che sono stati utilizzati in maniera distorta ed elusiva come le associazioni in partecipazione e le collaborazioni a progetto.
Il passaggio verso la forma di lavoro stabile e subordinato permetterà alle aziende non solo di non incorrere in sanzioni, ma anche di usufruire degli incentivi introdotti dall’ultima Legge di Stabilità (Legge n.190/2014) per le assunzioni a tempo indeterminato, garantendo così un cambiamento qualitativo del mercato del lavoro.

Si interviene ​sull’apprendistato, riducendone anche i costi per le imprese che vi fanno ricorso, e favorendone l’utilizzo in coerenza con le norme sull’alternanza scuola-lavoro.

​Più flessibilità anche per il collocamento mirato, in modo da creare una cornice normativa più dinamica e adatta al raggiungimento di risultati​ migliori in termini quantitativi e qualitativi.

Inoltre la digitalizzazione delle comunicazioni verso la Pubblica Amministrazione e la riduzione degli adempimenti burocratici permetteranno sia alle aziende, sia ai cittadini di interfacciarsi con le istituzioni in una maniera più veloce ed efficace.

 

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http://www.jobsact.lavoro.gov.it/Pagine/default.aspx#semplificazione

Il Jobs Act punta ad una maggiore equità sociale anche tramite l’universalizzazione degli strumenti di sostegno al reddito per chi è disoccupato.

Nessuno deve rimanere escluso, per questo – al termine del rapporto di lavoro – l’accesso alla Nuova AspI (NASPI) è possibile anche a chi ha una storia contributiva breve. Più semplice l’accesso alla disoccupazione anche per i collaboratori a progetto con la nuova DIS-COLL. Inoltre per i soggetti più svantaggiati è previsto l’Assegno di disoccupazione involontaria (ASDI) che potrà essere richiesto una volta conclusa la NASPI.

Un nuovo impianto di regole riguarda anche i lavoratori sospesi – quindi in costanza di rapporto di lavoro – ​con il riordino degli ammortizzatori sociali. L’estensione agli apprendisti della Cassa Integrazione Ordinaria e Straordinaria e la revisione della disciplina sui fondi di solidarietà garantiranno ad una platea più vasta di lavoratori prestazioni di sostegno al reddito durante i periodi di crisi aziendale. Le imprese che ricorrerrano alla causale del Contratto di Solidarietà potranno beneficiare delle integrazioni salariali​ fino a 36 mesi in riferimento ad un quinquennio mobile.​

Tutela del lavoratore significa anche ostacolare le ipotesi di irregolarità del rapporto lavoro e promuovere la legalità come premessa indispensabile per la creazione di occupazione e lavoro dignitoso. Per questo sono in programma una serie di interventi, tra cui la costituzione di un Ispettorato nazionale​ del lavoro, per semplificare le attività di contrasto al lavoro nero e irregolare e quelle di prevenzione e promozione in materia di salute e sicurezza.

 

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http://www.jobsact.lavoro.gov.it/Pagine/default.aspx#tutela

La rivoluzione del lavoro passa dalle aziende. Un orario lavorativo meno rigido, il telelavoro, la possibilità di fruire dei congedi parentali anche su base oraria: sono alcune delle soluzioni per conciliare le esigenze personali dei lavoratori, anche autonomi, a quelle produttive delle imprese. La contrattazione aziendale può fornirne soluzioni più funzionali ed efficaci, per questo sono incentivate le politiche aziendali e i premi di produttività che aiutino a creare nuovi modelli organizzativi.

La flessibilità sul lavoro permette di aiutare concretamente i genitori che lavorano, ma anche chi ha più bisogno di sostegno come​ i malati affetti da patologie croniche che ​saranno facilitati nella trasformazione del proprio orario di lavoro a part-time.

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http://www.jobsact.lavoro.gov.it/Pagine/default.aspx#flessibilita

La partecipazione delle donne al mercato del lavoro e la loro valorizzazione professionale sono condizioni irrinunciabili per la crescita del Paese. La conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro delle donne e la promozione di sistemi di welfare aziendale sempre più innovativi sono obiettivi prioritari che il governo si è posto.

Il Jobs Act va quindi in questa direzione, in particolare per quanto riguarda la tutela della maternità e la valorizzazione dell’esperienza genitoriale.

Una maggiore flessibilità interessa il congedo obbligatorio di maternità, al fine di favorire il rapporto madre-figlio senza rinunciare alle tutele della salute della madre. Lelavoratrici autonome potranno finalmente usufruire del congedo parentale. Anche le madri iscritte alla Gestione Separata INPS saranno maggiormente tutelate: il mancato versamento dei contributi da parte del committente non metterà a rischio la fruizione dell’indennità di maternità. I genitori adottivi o affidatari si vedranno riconosciuti i loro diritti per la fruizione dei congedi parentali o per l’applicazione del divieto di svolgimento di lavoro notturno.

Infine​ le donne vittime di violenza di genere  potranno richiedere un congedo trimestrale dal lavoro fruibile anche su base oraria.

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http://www.jobsact.lavoro.gov.it/Pagine/default.aspx#maternita

L’obiettivo primario del Jobs Act è creare nuova occupazione stabile. Il contratto a tempo indeterminato diventa finalmente la forma di assunzione privilegiata.

Sono state fornite nuove regole più chiare e certe qualora si verifichino licenziamenti illegittimi. I lavoratori in questo caso saranno garantiti da un’indennità economica proporzionata alla loro anzianità aziendale.Comportamenti discriminatori o palesemente strumentali dei datori di lavoro saranno sanzionati con la reintegrazione del dipendente. Si previene il contenzioso giudiziario ​tramite un nuovo modello di conciliazione.

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http://www.jobsact.lavoro.gov.it/Pagine/default.aspx#tutelecrescenti

Il modello di flexicurity inaugurato dal Jobs Act si basa su un equilibrio tra le politiche passive di sostegno al reddito e le politiche attive. Queste ultime favoriscono l’effettiva ricollocazione del lavoratore, tramite percorsi personalizzati e utili all’acquisizione di nuove competenze. I Servizi per l’Impiego, coordinati dalla nuova Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro​​, sono potenziati per creare sinergie​ efficienti e migliorare l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro. Tutti i cittadini potranno accedere ad attività di  orientamento, ausilio, avviamento alla formazione e accompagnamento al lavoro, garantendo in tutto il territorio livelli essenziali di prestazione.​

I Centri per l’Impiego sigleranno con l’utente un Patto di Servizio Personalizzato che indicherà le azioni mirate per favorire l’inserimento e il reinserimento nel mondo del lavoro. L’assegno di ricollocazione rappresenta una sperimentazione in cui pubblico e privato forniscono una risposta concreta al cittadino. Per la prima volta, in tutte le Regioni e Province Autonome, si introduce un diritto soggettivo  del disoccupato ad avere una dote da spen​dere per ricevere un sostegno specialistico ed intensivo​ nella ricerca di un nuovo lavoro, e su questo aspetto si punta in modo concreto e innovativo. ​La partecipazione attiva del soggetto richiedente sarà, infine, garantita da strumenti di condizionalità.

Gli incentivi alle assunzioni sono oggetto di restyling, insieme a quelli per l’autoimpiego e l’autoimprenditoria. Per quest’ultimi, nello specifico si opera una razionalizzazione per costruire anche una cornice giuridica nazionale grazie alle esperienze positive già avviate a livello regionale, con particolare attenzione allo sviluppo e al consolidamento dell’imprenditoria femminile.

P​er gli incentivi rivolti ai datori di lavoro si prevede di introdurre dei nuovi strumenti statistici che permetteranno di valutare l’efficacia della misura adottata, differenziando le agevolazioni in base alle caratteristiche del lavoratore beneficiario e le sue probabilità di trovare occupazione.

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http://www.jobsact.lavoro.gov.it/Pagine/default.aspx#tutelecrescenti

Sono più di un milione a livello nazionale i lavoratori che rischiano di restare senza reddito e senza tutele sociali in caso di crisi aziendali. La scoperta è stata fatta dalla Fiom-Cgil dell’Emilia Romagna. In questa regione il calcolo si ferma a piu’ di 100.000 addetti (di cui 1.838 imprese interessate nel solo territorio di Bologna) e riguarda soprattutto le aziende artigiane. “Si tratta dell’effetto immediato”, segnala la Fiom-Cgil Emilia-Romagna, prodotto dal decreto legislativo 148 applicativo del Jobs Act, quello sul riordino degli ammortizzatori sociali. Nei fatti, continua il sindacato in una nota, “e’ stata tolta la possibilita’ di ricorrere all’Aspi dal 24 di settembre di quest’anno per i lavoratori sospesi e si rimanda alla costituzione di fondi nazionali la possibilita’ di integrare il reddito, senza l’intervento pubblico dell’Inps e con la compartecipazione alla ‘spesa’ degli stessi lavoratori”.
Ma oltre il danno c’e’ anche la beffa, continua la Fiom: se entro il 31 dicembre di quest’anno non venissero costituiti i fondi nazionali per i lavoratori che operano in aziende con meno di cinque dipendenti, pari a 60.000 per l’Emilia-Romagna, non ci sarebbe nessun tipo di tutela sociale, salvo la Napsi conseguente al licenziamento. Mentre per gli addetti che operano in aziende con piu’ di cinque dipendenti, dal primo luglio del 2016, sarebbe attivo il Fondo di Integrazione Salariale dell’Inps. Insomma, senza novita’ positive da parte del governo, “saremo costretti a mobilitarci per garantire le tutele, per chi opera in un settore fortemente penalizzato da scelte irresponsabili come quelle conseguenti al Jobs Act”.
“Ci siamo attivati immediatamente nei confronti del ministero del Lavoro, per ricercare una soluzione che superi questa iniquità, che si scarica in modo inaccettabile e insostenibile sulle lavoratrici e i lavoratori dell’artigianato; contestualmente, stiamo ricercando un accordo con le associazioni artigiane per la costituzione del fondo nazionale. La trattativa a livello nazionale è sospesa, a causa di posizioni assunte dalle stesse associazioni che, nei fatti, ripropongono quanto previsto dal decreto”, aggiunge la Fiom locale.

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http://www.controlacrisi.org/notizia/Lavoro/2015/11/28/46255-ammortizzatori-sociali-un-milione-rischiano-di-rimanere/

Marche. Approvata la prima legge regionale specifica sull’autismo

La pdl promuove condizioni di
benessere e di inclusione sociale, garantendo una rete integrata 
di servizi e percorsi diagnostici, terapeutici, riabilitativi,
assistenziali per la presa in carico dei malati. 
Previste risorse 
specifiche per un milione e 200 mila euro, di cui 500 mila 
per la spese correnti e 700 mila per gli investimenti.

Le Marche sono la prima regione
 italiana a dotarsi di una legge specifica sull’autismo, un
disturbo del neuro sviluppo che causa problemi nella
comunicazione, socializzazione e nel comportamento. La
 Commissione Salute, presieduta da Gianluca Busilacchi, ha 
approvato a maggioranza le “Disposizioni in materia di disturbi
dello spettro autistico”. Obiettivi della proposta di legge spiegano dalla regione: promuovere condizioni di
benessere e di inclusione sociale, garantendo una rete integrata
 di servizi e percorsi diagnostici, terapeutici, riabilitativi,
 assistenziali per la presa in carico di minori ed adulti.

Oltre a ciò prende il via anche il coordinamento regionale per i disturbi dello 
spettro autistico, come organo propositivo e consultivo, e il
 comitato tecnico-scientifico che definisce le linee di indirizzo
 regionali per la diagnosi, il trattamento e la presa in carico.
Viene istituito inoltre un Centro regionale per l’autismo in età 
evolutiva presso l’Azienda ospedaliera Marche Nord, mentre per 
l’età adulta sarà individuata un’altra struttura presso l’Asur.
 Saranno inoltre promossi e sostenuti centri specifici che 
fungano da centro diurno, centro residenziale e di sollievo,
 ubicati in modo da assicurare un servizio omogeneo su tutto il
territorio regionale.

 

La legge, di cui sono firmatari
 tutti i commissari e la consigliera regionale Letizia
 Bellabarba, ha ottenuto il via libera a maggioranza, con due
astensioni, e sintetizza i risultati di un tavolo di lavoro
 avviato dalla Regione nello scorso autunno con esperti e 
rappresentanti delle associazioni.
”L’approvazione di questo atto è una tappa importante perché’ chiude un percorso di studio, di analisi e di confronto con
tutte le associazioni e con le famiglie dei pazienti” ha 
sottolineato Busilacchi. Le Marche sono “la prima Regione a 
dotarsi di una legge organica su questo disturbo, una legge che
 crea una rete di servizi e soprattutto prevede contributi
 economici per le famiglie che si avvalgono dei metodi
 riabilitativi riconosciuti dall’Istituto superiore di 
sanità”.

Per l’attuazione della legge sono previste risorse
 specifiche per un milione e 200 mila euro, di cui 500 mila euro
 per la spese correnti e 700 mila euro per gli investimenti. La
 normativa è la prima in Italia su questo disturbo del
 neurosviluppo che causa disabilità nella comunicazione, nella
 socializzazione e nel comportamento. 
”Ho votato a favore di questa proposta di legge” ha
 spiegato il vice presidente Giancarlo D’Anna (Gruppo misto).
”Mi fa piacere che siano state recepite le esigenze espresse
 dal Comitato Montinari con l’inserimento di un medico
 gastroenterologo e un medico immunologo nel coordinamento 
regionale e nel comitato tecnico-scientifico”.

La legge è stata 
inoltre integrata da un emendamento sui criteri e le modalità
 per l’esercizio dell’attività di controllo sui centri dedicati. 
Nelle Marche (dati epidemiologici del Centro regionale autismo) 
nella fascia di popolazione di eta’ compresa tra zero e 18 anni
 si possono stimare 840-980 soggetti con disturbo generalizzato
 dello sviluppo, di cui 304 con autismo, con o senza ritardo 
mentale. L’autismo colpisce in prevalenza i maschi, con
 un’incidenza dalle tre alle quattro volte superiore rispetto al
 sesso femminile, e si manifesta nei primi tre anni di vita.

fonte

http://www.quotidianosanita.it/regioni-e-asl/articolo.php?articolo_id=22778

testo legge

http://www.consiglio.marche.gov.it/banche_dati_e_documentazione/leggirm/leggi/visualizza/vig/1853

ALLEGATI

LEGGE_REGIONALE_09_ottobre_2014,_n._25